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Tonalestate 2008

2008: pape satàn pape satàn aleppe. le identità negate. Nel dipinto di Henri Rousseau, conosciuto come “il doganiere”, un leone annusa una preda addormentata senza svegliarla: manifesta le tensione, il possibile pericolo e la tentazione del potente di divorare il debole estraneo (o straniero), sfruttando la sorpresa, l’attacco del forte contro il debole. Con questa immagine, il Tonalestate ha richiamato l’attenzione al tema del multiculturalismo. Un avvicinamento al diverso solamente come qualcosa di esotico, addirittura passeggero, senza andare a ciò che sostiene quella diversità, può non portare alla conoscenza, bensì semplicemente a una stumentalizzazione del diverso, che cerca nell’altro solo ciò che è utile al potere. Il Tonalestate ha dimostrato che l’unica posizione realistica è quella dell’umiltà, spiegata e approfondita dalla frase di Max Scheler: “L’umiltà è un costante pulsare di servizievolità verso tutte le cose: le belle e le brutte, le buone e le cattive, le vive e le morte”. Questa attitudine di servizio all’altro ha trovato il suo punto concreto nell’ascolto e nella denuncia dell’oppressione dei popoli e delle culture spodestate, alle quali si è cercato di dar voce, apprezzando uno stile di vita che serva a valorizzare e amare l’altro come segno di un mistero che accompagna l’uomo e che desidera la sua felicità, al di là delle differenze.

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