Passione per il presente
Il filosofo Giacomo Marramao, eminente professore di filosofia politica all’Università di Roma Tre, propone una riflessione su “Instabilità: una diagnosi del presente.”
La proposta di questa interessantissima conferenza consegue dalla duplice caratteristica che porta in sè la modernità: mondializzazione e territorialità. Come sostenuto dall’autore di “Passione del presente” (Bollati Boringhieri Torino 2008), sono esse due peculiarità contradittorie, ma fortemente caratterizzanti questo tempo, che aprono la strada a un processo di contaminazione e di decadenza. Marramao ha affrontato l’attualità con tutte le sue falle e le sue follie. Sfide con cui dobbiamo confrontarci senza prendere con leggerezza nessun aspetto: l’onda montante delle tecnologie digitali e dell’intelligenzia artificiale; il fenomeno migratorio, inevitabile conseguenza della globalizzazione; il rischio e la progressiva, individualista, emarginazione dell’umano; la tenace distruzione di un ambiente di accoglienza reale in cui le persone possano affrontare insieme le circostanze del tempo. Da questa lettura sui pericoli e i rischi, ma anche sul “necessarium”, Marramao introduce la teoria -non solo come una bella idea, ma come conseguenza – della costruzione dell’universalità delle differenze, invece dell’universalità delle identità. “La casa dell’universale non è già qui in attesa di essere occupata; essa deve essere costruita in una genuina maniera multiculturale”. Si devono formulare nuove e correlate costituzioni e cita l’Africa come esempio per la sua natura multidentitaria. Rimanda, per tale riformulazione, all’autorità di “coloro che sofforrono”.
Interessante come programma, affascinante come proposta, l’intervento del professor Marramao ci incoraggia per il futuro del Tonalestate, fatto del lavoro di tanti studenti e professori universitari, famiglie, professionisti, operai che dall’America Latina, dall’Europa, e dall’Asia son venuti ad ascoltare queste parole; forse a dare un nuovo contributo, compiere un passo, verso una universalità che attende, da tutti noi, di essere costruita.