Se non bruciamo d’amore, altri moriranno di freddo
Se non bruciamo d’amore, altri moriranno di freddo
di Eletta Leoni
Ieri abbiamo sentito fatti e parole con cui fare i conti, parole molto negative che indicano condizioni molto negative. Ne cito solo alcune: fascismo, populismo, l’ossessione dei nazionalismi, il capitalismo senza ritegno, divisione del mondo per decidere chi comanda, dominazione, schiavitù, odio allo straniero, indifferenza verso l’altro.
Quel gelo distruttivo che questi fatti e queste parole generano sul mondo, avvolgendolo coi loro capelli di Medusa, con le loro isterie e i loro capricci irragionevoli, possiamo correre il rischio di accettarlo come naturale, perché un po’ di ghiaccio è entrato anche in noi: col nostro cinismo, le nostre invidie, le nostre battute che sviliscono l’altro, coi linguaggi che non s’incontrano o si scontrano, e così via.
Invece dovremmo prendere coraggio e sperare che la morte, severa, con la sua falce e la sua clessidra, inviti tutta questa negatività alla sua macabra danza, così che, prendendosi per mano, tutti i mali del mondo facciano una lunga catena e finalmente s’incamminino verso l’oscurità, fuggendo dal sorgere del giorno.
Ma per vederli sfumare nell’oscurità, ci vorrà molto paziente lavoro, generazione dopo generazione. Ci vorrà, come ci è stato ricordato ieri, una scelta duratura che pazientemente costruisca con gli altri un giorno senza tramonto.
E il titolo della giornata di oggi ci indica quale scelta duratura occorre fare: Se non bruciamo d’amore, altri moriranno di freddo. Un titolo semplice e schietto. Che indica una possibilità perché il gelo che possiamo percepire dietro il finto calore di mani che si stringono solo per buona educazione, possa sciogliersi.
La parola amore viene messa qui come oggetto di una profonda riflessione, perché sappiamo che è una delle più usate e delle più fraintese. E quando crediamo di sapere che cosa significa una cosa, difficilmente poi la capiamo davvero, anzi facilmente la fra-intendiamo.
Le testimonianze di questa mattina ci invitano appunto a riscoprire questa parola che ci è così familiare, e così tutta la scoprire come è la parola amore. Qualcuno ieri l’ha chiamata luce, pietruzza luminosa, e certo questa luce e questa pietruzza luminosa hanno la forza di un leone e la docilità di un agnello.
Ascoltiamo dunque le testimonianze di oggi, che in brevissimo tempo ci fanno scoprire volti sconosciuti dell’amore che brucia, come se per la prima volta sentissimo questa parola.
E siccome considero che, in letteratura, Shakespeare sia l’autore più adeguato per “capire” il tema su cui desiderano farci riflettere – personalmente e insieme – queste tre giornate del Tonalestate, ricordiamo quel “io sono te, tu sei me” che si scambiano, disposti a morire l’uno per l’altro, e di fatto moriranno l’uno per l’altro, i due amanti più famosi della storia della letteratura.
Buona mattinata!