Intervento conclusivo 2010 di Maria Paola Azzali
Il nostro ritrovarci, in questo Tonalestate 2010, nell’intensità e nella profondità delle parole ascoltate, degli incontri fatti, dell’amicizia vissuta ci ha fatto riscoprire la grandezza dell’umano e la sua miseria, che, in ogni circostanza e a ogni latitudine è provocata dalla presenza stessa della contraddizione e del male, dell’ingiustizia e della prevaricazione dei più forti sui più deboli.
Le esperienze che abbiamo incontrato, l’amicizia rinnovata, la fraternità quasi invocata ci inducono a camminare ancora, uniti, in questo mondo reale che ha bisogno di ciascuno di noi, piccoli e grandi, giovani e meno giovani, perché il cambiamento, l’avverarsi della fraternità vissuta anche se nel piccolo della nostra speranza e della nostra azione, sia resa possibile.
Ringrazio, innanzitutto, la Compagnia, tutti voi qui presenti che avete reso possibile questo incontro.
Ringrazio le personalità amiche e quelle appena conosciute, quelle presenti e anche quelle che, lontane o impossibilitate hanno voluto farsi partecipi con i loro scritti, la loro intelligenza, sapienza ed esperienza della meravigliosa avventura di questi giorni.
Ringrazio i giovani, tutti, che hanno collaborato con il loro generoso e infaticabile lavoro alla realizzazione del Tonalestate 2010.
Ringrazio Elena Lanzoni che durante tutto l’anno con pazienza e passione ha collaborato a rendere effettivo e puntuale questo nostro incontro.
Ringrazio Paola Leoni che ci ha accompagnato nell’approfondimento e nello sviluppo di questo nostro provocante tema di riflessione e ha tessuto la trama di un discorso che non v uole interrompersi.
Ringrazio le Amministrazioni di Ponte di Legno, di Vermiglio e di Passo del Tonale, le Provincia di Trento e di Brescia, gli Albergatori che ci hanno ospitato, in particolare la famiglia Bulferetti che con tanta generosità ogni anno ci ospita.
Infine lasciamoci con la speranza che tutto questo bene possa portare frutto in ciascuno di noi, nei nostri Paesi, nel nostro quotidiano agire perché, come ha detto qualcuno in questi giorni, possiamo spogliarci dell’uomo vecchio e, rinnovati dall’esempio, contribuire al cambiamento di noi stessi e del mondo tutto.
Chiamo i giovani dell’Università Nanzan di Nagoya, perché con il loro canto “Furusato” possiamo salutarci e dirci “arrivederci” se lo vorremo e lo potremo con il Suo aiuto, al prossimo anno.