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Gente che vale un Nobel

7 Agosto 2010 Nessun Commento

Il massiccio del Presena è splendente di neve fresca: lo splendido scenario di questa parte delle Alpi italiane che accoglie, anche in questo 2010, molti amici vecchi e nuovi del Tonaestate da ogni angolo del mondo. Quest’anno si sono ritrovati per parlare di “Liberté, Egalité, FRATERNITÉ.
Non soltanto riflessioni riguardo al tema, ma anche ascolto di esperienze e scoperta di situazioni vissute dalla gente comune.

Il 6 agosto, al passo del Tonale, Guido Barbera, Presidente del CIPSI, ha raccontato dell’Africa “che cammina con i piedi delle donne”.
Il problema più urgente del continente africano non è forse la sua povertà, ma piuttosto la sua ricchezza, di materie prime e di fonti energetiche di cui il mondo è sempre tanto affamato. Nell’assalto a tale ricchezza, si consumano le guerre più spietate, le sistemazioni geopolitiche più scellerate e si lascia spesso a qualche occasionale circostanza drammatica, che sale agli occhi della grande stampa internazionale, il vissuto quotidiano delle popolazioni del continente.
Nella quotidianità, sono le donne il pilastro su cui si appoggia la base della vita sociale africana. Nel silenzio stanno tessendo le relazioni indispensabili a superare le gravi crisi e le comuni difficoltà di una convivenza privata spesso di ogni struttura istituzionale. Ogni giorno percorrono i sentieri dai villaggi alle fonti dell’acqua, frequentano i mercati per offrire quel poco che hanno per portare a casa, la sera, il necessario alla famiglia. Con loro portano i figli più piccoli e quelli cui la guerra o le privazioni o le malattie hanno tolto i genitori. Lavorano i campi, che non gli appartengono e garantiscono il 70% della produzione agricola; danno vita a migliaia di piccolissime imprese per la produzione e la commercializzazione dell’artigianato locate. Si aggregano in piccole organizzazioni impegnate nella politica, nelle problematiche sociali, nella salute, nella costruzione della pace.
Per richiamare l’attenzione su tale realtà, per sostenere quanto le donne hanno creato, per permettere di continuare e di aggiungere quanto è necessario, il CIPSI ha proposto una campagna internazionale tesa ad attribuire alle donne africane il Premio Nobel per la pace 2011. Un sostegno non solo alla crescita di una regione del mondo, ma un appello a che sia la gente a costruire la società cui appartiene, che una responsabilità sia ritrovata e che possa essere collettiva per reagire alla deriva cui politiche disumane e interessi feroci stanno portando l’intero pianeta.

Giorgio Fornoni è un reporter avezzo a documentare le ferite inferte alla convivenza fraterna. Si è recentemente occupato della situazione di Haiti dopo il terremoto che l’ha devastata nei mesi passati. Ha mostrato un reportage sui giorni immediatamente seguenti la catastrofe che ha titolato: “i giorni dell’apocalisse”. Le immagini sono agghiaccianti. L’assenza immediata degli aiuti internazionali ha costretto la gente di un Paese già sprovvisto di strutture, a situazioni che ripugnano la coscienza dell’uomo. Non sono immagini che si possono sommariamente descrivere e il pubblico, soprattutto di giovani, ha assistito nel silenzio e nella commozione a una realtà disperata.

Molte delle domande che vengono rivolte riguardano il cosa fare di tali informazioni. Che tipo di mondo vogliamo costruire? Uscire dal disinteresse per l’altro, occuparsi della propria umanità a contatto con l’Umanità, può offrire la speranza concreta che ci sarà chi prenderà su di sé il compito della lotta per la libertà e l’uguaglianza.

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