Bloody Sunday
Francie Brolly (membro del Sinn Fein e rappresentante all’Assemblea del Nord Irlanda fino allo scorso autunno) aveva 32 anni quando salì, il 30 gennaio 1972, su quell’autobus che, dal piccolo centro di Dungiven, l’avrebbe portato a Derry, insieme alle altre migliaia di manifestanti, a rivendicare i loro diritti contro la discriminazione perpetrata dal governo di Sua Maestà britannica.
Ci sono voluti 38 lunghi anni perché il Governo inglese pubblicasse il rapporto sull’episodio più crudele della storia della repressione in Irlanda del Nord, episodio tristemente ricordato come il “Bloody Sunday”, la “domenica di sangue”. Domenica 30 gennaio 1972 l’esercito britannico intervenne a sedare le manifestazioni di protesta della popolazione di Londonderry (soltanto “Derry” come preferiscono chiamarla i suoi legittimi abitanti) in modo ultraviolento, ma, secondo le fonti, autorizzato, provocando la morte di 13 civili (cui ne seguì un’altra di un giovane manifestante in ospedale, a causa delle ferite riportate). Erano ragazzi, donne, bambini, operai, scesi nelle strade per chiedere la parità di diritti civili.
Il 15 giugno 2010 è stato reso pubblico il rapporto del giudice britannico Lord Mark Saville, iniziato per incarico di Tony Blair nel 1998. Nell’occasione, il neo-premier di Downing Street, David Cameron ha dichiarato che: “le 14 vittime uccise dai militari inglesi durante la manifestazione PACIFICA per i diritti civili organizzata a Derry il 30 gennaio 1972, non rappresentavano alcuna minaccia per i militari britannici. Erano tutte disarmate. Il rapporto condanna fermamente il comportamento dei militari britannici che aprirono il fuoco quella domenica”.
Francie Brolly. 4 Agosto 2010, ore 17,45 presso la sala congressi dell’Hotel Mirella di Ponte di Legno.