Esposizioni Tonalestate 2010 “io è un altro”
HUGS! ABBRACCI
Ponte di Legno, Corso Milano, 40
Associazione I Sant'Innocenti ONLUS
La mostra fotografica “Hugs! Abbracci” è il risultato di un lavoro a più mani che si è svolto, nell’anno Anno Europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, tra i ragazzi delle scuole (http://liceoguardini.it) e i volontari dell’Associazione “I Sant’Innocenti” (www.isantinnocenti.it) che opera nella solidarietà internazione e nell’aiuto all’infanzia tramite il sostegno a distanza. Con un concorso e un calendario si è raccolto il materiale di questa esposizione che sarà esposta a Ponte di Legno (BS) contestualmente ai lavori del Tonalestate 2010.
L’abbraccio è un atto di affetto verso l’altro; tra la madre e i figli, tra fratelli e sorelle, tra padre e figlio, tra uomo e donna. È un patto, un’alleanza; sigla un accordo; è segno di pace e di riconciliazione. A volte arriva con il perdono. È segno di accoglienza e di appartenenza. L’abbraccio manifesta una gratitudine e una stima. Si saluta con un abbraccio quando si torna e ci si sente “a casa”; racconta una vicinanza, un esserci, una presenza. Si abbraccia chi è ferito, chi è malato, chi è in pericolo, chi si è salvato e chi cerca ciò che salva. Ci si abbraccia per sostenersi, per compassione, per condividere una condizione; ci si abbraccia quando si cerca la libertà e quando ciò che prevale è la giustizia; ci si abbraccia quando si lotta insieme, si canta insieme, si soffre insieme, si ride insieme o si cammina insieme. Con l’abbraccio, ci si riconosce fratelli.
Hasbi Vladimir Sabillón Ordoñez, “Somos todos latinos”
Ponte di Legno, sala Faustinelli, p.le Europa 70
Vladimir Sabillon, dopo la prima formazione artistica a Tegucigalpa è venuto in Europa, prima in Francia, poi in Italia presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2003 si è trasferito all'Accademia di Venezia dove si è laureato nel marzo del 2004. Oggi è titolare della cattedra di disegno archittetonico, espressione grafica, illustrazione, acquarello e tecniche pittoriche, anatomia artistica all''università CEDAC – Centro di Disegno Arquittetura e Costruzione di Tegucigalpa, Honduras.
Ha partecipato a varie mostre e rassegne (vincendo anche, nel 1999, il primo premio della giuria al “Salon de Exposicion de la Alianza Francesa”). La sua prima esposizione italiana, durante Tonalestate 2000, è stata incentrata sul tema “Memoria e Mito”, con la proposta di temi della tradizione maya uniti a temi contemporanei. Nel 2003 partecipa alla “Exposición colectiva de pintura” realizzata durante l'anno accademico 2002-2003 nella “Accademia di Belle Arti” di Venezia (Italia) e, nell'estate, collabora alla esposizione collettiva di pittura “La grazia sottile” realizzata entro il “Tonalestate”.
Il tema della fraternità è particolarmente vicino al lavoro e alla sensibilità di Vladimir Sabillon, uno degli uomini di cultura che ha contribuito, in Honduras, suo paese natale, al realizzarsi di quel sogno che ci accomuna: poter agire per favorire, con tutte le nostre forze, che ogni uomo sulla terra, se lo desidera, possa vivere in libertà, pace e giustizia.
Dopo le opere pittoriche, quest’anno si tratta di una personale di arte grafica. L’artista è anche iniziatore e promotore di uno dei Centri culturali che sono nati dal Tonalestate: il Centro One Way che opera in alcuni dei Paesi del Centroamerica. Sarà possibile, attraverso i manifesti artistici degli incontri promossi in Honduras e El Salvador, conoscere il tentativo di una denuncia morale e, insieme, quello di un impegno civile. Una denuncia dei senza voce della quale ognuno di noi occorrerebbe che sentisse la responsabilità in prima persona.
Le opere prospettano un interrogativo su diversi aspetti del vivere e dell’attualità: ambiente, giustizia, diritti civili, economia; presentano reportage di esperienze drammatiche in diverse parti del mondo e invitano alla conoscenza di alcuni autori della letteratura. Sono documenti di un lavoro educativo e culturale inteso a contribuire alla formazione di uomini nuovi, che entrino nella società per giustizia, verità e pace. Sono anche un invito a ciascuno di noi, giovani e non più giovanissimi, convinti che non serve continuare a disquisire o a perdersi su giudizi particolaristici, mentre il mondo va a fuoco e l’umanità è distrutta. Urge il tempo di lavorare insieme.
Doris Luger, “Pictures in the air”,
Ponte di Legno, Hotel Mirella, Via Roma 21
Doris Luger è nata in Austria ma ha ricevuto la sua formazione artistica in Germania ed in Italia.
Le sue opere raccontano di una silenziosa umanità che sembra domandare amicizia.
Spesso i suoi personaggi, a volte solo abbozzati, come succede per i ricordi di amici che non ci sono più, rivolgono uno sguardo che resta vivo nella memoria dell’osservatore, per ricordargli una comune origine e un comune destino umani.
Il titolo della selezione che l’artista propone a Tonalestate 2010 – “Pictures in the air” – richiama un’arte d’altura, dove c’è aria fresca. Opere esposte nei luoghi dei misteriosi transiti delle genti che per secoli hanno voluto traversare questi valichi portando con sé speranze, amicizie, parole, merci, guerre e idee sulle forme ed i colori. Di questo, oltre che averne fatto tema di studio nelle aule dell’accademia veneziana, Doris ne ha fatto ragione di vita artistica.
Quitzé Ruben Sabillón Ordoñez, “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”
Ponte di Legno, Hotel Mirella, Via Roma 21, Ingr. sal. Paradiso
Quitzé Ruben Sabillón Ordoñez è nato a Tegucigalpa nel 1985 in un ambiente artisticamente molto vivace. Inizia la sua formazione presso l’Escuela Nacional de Bellas Artes della capitale honduregna per poi trasferirsi, nel 2005, a Roma dove si iscrive alla facoltà di Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico presso l’università di “Roma Tre”. Nel 2009 consegue la laurea a pieni voti. Nel 2004, 2007 e 2009 allestisce, al Tonalestate, mostre di fotografie e arte grafica.
Il lavoro artistico che questo giovanissimo artista latinoamericano espone nell’edizione 2010 è frutto dei suoi anni di studio profondamente modellati dall’esperienza nell’ambito della cooperazione internazionale e della promozione della cultura del suo Paese. Visitando con pazienza le tele di Quitzè, ci viene presentato un uomo che avverte il bisogno di stare con gli altri e, spesso, persino l’obbligo, ma che, a un certo punto della sua vita, si sente estraniato, come messo alle strette da un imminente pericolo. E’ in questi momenti di verità che ogni uomo incomincia a interrogarsi, su di sè e su tutta la realtà. Nello scontro con la propria contingenza e miseria egli scopre l'inadeguatezza davanti al vero, al giusto, al bene e al bello che il suo cuore intuisce e desidera. Anzi, portando al fondo questo sincero esame del proprio cuore, egli vi scopre le mosse di una cattiveria, di un'ingiustizia e di una violenza che, mentre gli pesano come eredità millenaria fin dalla nascita, allo stesso tempo si sono tradotte e si traducono in scelte deliberate sue. Infine, il dolore, la malattia e, in fase definitiva, la morte appaiono le note determinanti del suo destino. L’inadeguatezza non sarebbe avvertita se non abitasse il cuore dell’uomo una inestinguibile sete di verità, di felicità e, ultimamente di fraternità, cioè di comunione con un Altro che ci unisce agli altri, fatti misteriosamente del medesimo impasto. Restare in questa posizione di tensione è l'esistere drammatico e affascinante dell'uomo.
“Walking Africa Deserves a Nobel – Nobel Peace Prize for African Women”
Passo del Tonale, sala APT
Solidarietà e Cooperazione CIPSI
Il continente africano, sfregiato da molte ferite, appoggia la propria sopravvivenza, in buona parte, sulla intraprendenza delle proprie donne.
Ogni giorno, nel silenzio, stanno tessendo le relazioni indispensabili alla vita quotidiana: dalla cura della casa al lavoro nei campi che non appartengono quasi mai alla famiglia, dalla ricerca dell’acqua anche a chilometri di distanza alla commercializzazione nei mercati dei pochi beni di scambio che assicurano il necessario per un pasto giornaliero, dall’organizzazione di microimprese alla tutela della salute e alla assistenza ai migliaia di bambini che rimangono orfani per la guerra o le malattie.
IL CIPSI (coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale) porterà al Tonalestate 2010 una bella mostra documentario dell’Africa che cammina con i piedi delle donne e affida alle loro spalle i pesi, i sogni, le lotte e le speranza di tutto il continente, perché senza l’oggi delle donne africane non ci sarebbe un domani per l’Africa.
La mostra fa parte della campagna internazionale perchè venga riconosciuto il ruolo che le donne svolgono anche attraverso l’attribuzione, nel 2011, del Premio Nobel per la pace a tutte le Donne africane.