La storia che conduce a Tonalestate
Le radici di Tonalestate sono da ricercare in una piccola compagnia di giovani, sorta nel 1964 a Reggio Emilia, in Italia, e precisatasi poi, nel 1967, con il nome di “One Way”.
L’essere cristiani di quei giovani non volle mai essere dissociato dall’amore al destino di felicità degli uomini. Perciò, divenendo adulti, avvertirono sempre più, assieme all’esigenza di una chiarificazione della propria identità, la necessità di un impegno a favore dell’umanesimo, cioè, come dice Charles Moeller, di uno “sviluppo dei valori umani, quaggiù”.
In vista di questo umanesimo, il loro dialogo e la loro ricerca, provocati anche dalle loro nuove condizioni di professione e di vita, nonché dai mutamenti via via in atto, generarono vari tentativi, personali o comuni, di azione religiosa, culturale, sociale e anche politica.
Alcuni tentativi fallirono, ma, seguendo un motto paolino (“esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”) e tenendo, come criterio valutativo (e come sfida al loro stesso ricercare), Cristo, essi hanno inteso contribuire, pazientemente e nella loro piccolissima parte, a tenere vive nella società l’esigenza di un’elaborazione culturale e la necessità della valorizzazione di nuove e giovani capacità creative, che incontrassero e proseguissero il cammino di personalità e di realtà della tradizione culturale, scientifica e artistica.
Affrontando in questa ottica i problemi che hanno rivestito particolare interesse nei trascorsi decenni e mobilitandosi anche, con il tempo, all’attenzione verso ambienti, avvenimenti, circostanze, interessi, problemi e situazioni inesplorati, nuovi o emergenti (come quelli dell’emarginazione, della solidarietà e del volontariato), essi avvertirono, in modo maggiormente impellente, la necessità di contribuire, su scala più ampia, al compito culturale ed economico implicato dall’avventura dell’umanesimo nel mondo odierno; perciò, giunsero alla decisione di inaugurare l’esperienza di “Tonalestate”.
Il tessuto umano del loro nesso di compagnia (che si è nel frattempo diffuso, sia in Italia che all’estero, e che è rimasto da loro percepito come l’indegno e misterioso impegno a essere partecipi del volto di Gesù Cristo in terra) ha trovato, da alcuni anni, il proprio appuntamento in una breve vacanza (che essi chiamano “Compagnia”) al Passo del Tonale, sulle Alpi, tra Trento e Brescia, vacanza durante la quale ciò che maggiormente affascina è proprio l’incontro umano, in mezzo alla popolazione locale, tra persone di vari Paesi del mondo e di diverse categorie: studenti e universitari, professori e giovani, singoli professionisti e famiglie, volontari e responsabili di associazioni.
Nell’estate del 2000, all’interno di quella vacanza, è stata realizzata la prima esperienza culturale pubblica di “Tonalestate”: si presentarono, a parlare e a discutere con i presenti, personalità del mondo artistico, letterario, religioso, scientifico e sociale. Suo scopo, senza ambire a risposte definitorie e senza pretendere di chiudere i discorsi, era offrire l’occasione di un affronto culturale della realtà nel suo mutare, ponendo una traccia e alcune domande, che, a loro volta, rispondessero ponendo altri e più acuti interrogativi. Nel 2001, venne poi ufficialmente costituita l’associazione “Tonalestate”, alla quale aderiscono persone di qualunque nazionalità, che si organizzano per gruppi, ambiti di azione culturale a livello locale e a livello tematico.
Ogni anno si affronta un tema differente scelto fra le questioni più urgenti che toccano la società contemporanea. Tonalestate è stato definito dai suoi organizzatori “il luogo della speranza”: una speranza tesa ad incontrare il diverso da sé. Per questo ad ogni Tonalestate, indipendentemente dal tema affrontato, dedichiamo una giornata al tema della pace e un’altra al dialogo tra le religioni. Ragazzi, giovani famiglie, adulti di ogni estrazione sociale, provenienti dalle esperienze mondiali più disparate, messi a stretto contatto (nel senso dell’opportunità di un vero e proprio scambio di opinioni) con personaggi di rilievo, stimolati da mostre, da concerti e dallo stare insieme, intuiscono sempre meglio l’importanza dell’incontro e del dialogo e capiscono di poter diventare il piccolo segno di un’umanità diversa e positiva, capace di un nuovo gusto della vita e della sua ricchezza.