White, Orange and Green: l’azione che nasce dall’amore
L’amore per il popolo, per la sua storia e per la sua memoria: se tre parole potessero riassumere la testimonianza di Francie Brolly, membro del Sinn Fein e ex parlamentare della Stormont Assembly per il Nord Irlanda, sarebbero queste. E il pubblico di Tonalestate non ne è rimasto indifferente ma si è lasciato trascinare dalla passione e lo struggimento per il bene del popolo irlandese che Francie Brolly ha raccontato durante il suo intervento. Debutta salutando in gaelico, che è, precisa, la lingua degli irlandesi e di cui essi vanno molto fieri, ma “nonostante questo parliamo inglese, e dal mio discorso capirete perché, e comprenderete meglio perché gli irlandesi sono così compassionevoli, generosi, socievoli e pazzi. Io sono uno di loro“.
Lontano da ire e risentimenti, che bloccano ogni progresso storico, sociale e memoriale, Francie ricorda che “l’Irlanda è un paese piccolo e il suo popolo ha una memoria lunga, per questo la nostra storia degli ultimi 200 anni influenza potentemente ciò che siamo oggi“. Il popolo irlandese ha una storia di sofferenza e di lotta per l’indipendenza che per i più giovani è ancora fortemente legata alla memoria dell’Ester Rising, la rivolta che nel 1916 aveva portato alla dichiarazione della Repubblica libera d’Irlanda e alla divisione tra le 26 contee del sud, l’Eire, che divennero libere e indipendenti, e le 6 contee del Nord, l’Ulster, che passarono sotto il diretto controllo del Regno Unito.
La rivolta del 1916 ebbe inizio con la lettura della Proclamazione della Repubblica d’Irlanda. Un testo che fu volutamente ispirato dalla visione di Theodore Wolfe Tone, un dublinese protestante che nel 1798 sollevò la prima rivolta per un’Irlanda unita. Tone articolò la sua visione dell’Irlanda in questi termini: “per spezzare il legame con l’Inghilterra, l’infallibile fonte di tutti i nostri mali politici, e per rivendicare l’indipendenza del mio paese – questi sono i miei obiettivi. Riunire tutto il popolo d’Irlanda, abolire la memoria di tutti i passati dissensi, e utilizzare il nome comune di irlandese al posto delle denominazioni di Protestante, Cattolico o Dissidente“.
È importante per Francie Brolly sottolineare la religione di Wolfe Tone, che considera uno dei padri fondatori del nazionalismo irlandese. La sua lettura della storia è lontana da quella tradizionale che fa del conflitto nord-irlandese una questione religiosa e un eterna opposizione tra cattolici e protestanti. Il sogno di un’Irlanda unita intende tenere presente tutte le identità, quella cattolica, quella protestante e quella “dissidente”. La bandiera irlandese, che Francie ha omaggiato insieme alla moglie, Anne Brolly, nella loro famosa canzone “White, Orange and Greene”, che sventolava sull’Ufficio Postale il giorno di Pasqua 1916, non è un simbolo di divisione ma di unità: “il verde per i nazionalisti, per la maggior parte Cattolici, il colore arancione per gli Unionisti per la maggior parte protestanti, il bianco per la pace tra loro.
Quando l’Ulster nel 1916 venne distaccato dall’Eire, fu proclamato “Stato protestante per un popolo protestante”, nonostante un terzo della popolazione fosse cattolico. Francie Brolly “in quanto ardente nazionalista” è nato in questa realtà. Dopo 50 anni di sofferenze, la comunità nazionalista cattolica si organizzò e diede vita all’Associazione per i Diritti Umani in Irlanda del Nord. È tristemente nota la manifestazione che nel gennaio 1972 sfociò nelle violenze e nella morte di 14 civili, dopo che i parà militari britannici spararono sulla folla. Brolly, come altri cattolici presenti, venne arrestato, e per quasi due anni fu trattenuto senza imputazioni nel carcere britannico. Dice che :”è comprensibile che così tante persone, specialmente in Irlanda del nord, siano ancora molto arrabbiate“. Ognuno è modellato dalla propria storia. “La mia storia è stata modellata invece dal sogno di Wolfe Tone di unificarci tutti in una stessa pace nel paese che noi tutti amiamo, Protestanti, Cattolici e Dissidenti“.