A negare la domanda si indebolisce la ragione umana
La lectio che il Cardinale Giuseppe Versaldi, Presidente della Congregazione per l’educazione cattolica, ha tenuto nella giornata inaugurale è stata incentrata sull’”educare i giovani ad un pensiero razionale illuminato dalla fede cristiana”.
A partire dalla “Fides et ratio di Papa S.Giovanni Paolo II, attraverso il pensiero del padre gesuita, Bernard J.F. Lonergan e di Antonio Damasio, il Cardinale indica il costante cammino della riflessione della Chiesa cattolica sul dialogo tra fede e ragione nella storia contemporanea, vedendone le conseguenze sociali, antropologiche e filosofiche, sottolineando i momenti di conflitto e di ripresa.
Papa Benedetto nella sua “introduzione al cristianesimo” aiuta la volontà di cercare la sintesi ricordando che nella storia e nella esistenza umana siamo alla ricerca di un “senso” che non siamo in grado di fabbricarci da noi, ma solo di ricevere come dono, sicché ci basta accoglierlo ed abbandonarci ad esso. La fede cristiana è pertanto un’opzione a favore di una realtà in cui ricevere precede il fare; senza che per questo venga sminuito di valore o addirittura dichiarato superfluo. Solo perché noi abbiamo ricevuto, siamo anche in condizione di fare”.
I cristiani, illuminati da tale visione esistenziale, possono dare un contributo determinante a trasformare il mondo giacchè il loro dialogo non tralascia le radici ontologiche dell’intera realtà.
La responsabilità che è chiesta a chi si dice cristiano deriva in primo luogo dall’essere stato incontrato da Gesù Cristo e tale incontro restituisce l’uomo alla possibilità della sua propria realizzazione salvandolo dal limite, dalla finitudine, che lo costituisce.
Riportando l’invito contenuto nell’ Evangelii Gaudium di papa Francesco a lasciarsi incontrare da Gesù Cristo, il cardinal Versaldi conclude che “tale incontro è la via più sicura per una conoscenza della piena realtà di ogni esistenza umana. Con questa scoperta l’uomo arriva a comprendere che non vi è nulla di più ragionevole che credere nel Dio che è Amore”.