Volti: mostre di fotografia e pittoriche
Volti in due splendide mostre di fotografia, la collettiva di Iker Pastor, Georgi Licovski, Christine Seghezzi, François Phliponeau e la personale di Alejandro Mátazar Loch, e di due esposizioni di quadri di giovani pittori latinoamericani: Vladimir e Quitzé Sabillón Ordoñez.
Le foto sono documenti delle condizioni di vita dei migranti costretti alle porte dell’Europa. Sono lo sguardo che al di qua dei nostri muri e fili spinati possiamo rivolgere alle donne, bambini, uomini che si “rifugiano” nei campi di Norrent- Fontes, Grande Synte e Calais in Francia, di Lesbo e Idomeni in Grecia. Nel riunire insieme fotografi diversissimi per provenienza, storia e tecnica, Tonalestate desidera denunciare l’ingiustizia che è riservata loro ma anche far sapere che c’è un’umanità che sta lottando per difendere la dignità dell’uomo.
Le fotografie di Alejandro Mátazar Loch sono i ritratti degli “homeless”, persone ignorate da tutti e isolate dalla società, uomini quasi senza immagine, i senza casa, gli espatriati, i miseri senza opportunità. Accanto a loro, Alejandro presenta alcuni volti di giovani ragazzi che organizzano nel Parque Central di Città del Guatemala, l’attività di Libros libres con i figli dei mercanti della piazza. Sono persone che agiscono insieme, che hanno abbandonato qualsiasi idea di lotta per il poter, sia esso grande o piccolo; sono uomini umili e sempre operosi. Essi vivono un’esperienza umana che ha il suo stabile perno a fianco della nostra, hanno rimesso al posto giusto il punto di partenza dell’esistenza che pensavano fosse impazzito.
“To surface” ha titolato Vladimir Sabillón Ordoñez la propria personale al Tonalestate 2016. Che volto ha l’uomo? Qual è il volto di un uomo che ha fatto emergere dal sottosuolo muri di indifferenza e violenza? Gli acquerelli su carta mostrano, con le pennellate decise, l’energia vitale che vuole trasmettere il desiderio di sopravvivenza di tutti coloro che ogni giorno varcano le frontiere per cercare territori di pace. Una pittura poetica e malinconica che cerca un nuovo segnale di fraternità oltre le divisioni che si sono create.
“Madre déjame luchar”. Madre lasciami lottare, dicono i quadri di Quitzé Sabillón Ordoñez, per indicare un rapporto fondamentale tra genitori e figli e, insieme, un insopprimibile bisogno per i figli di rivolgersi al compito che la vita assegna loro, invitati a guardare al futuro senza timore, con la fiducia che è data dal riconoscere un disegno buono sull’esistenza.