La Costituzione non si tocca
È singolare ascoltare la professoressa Angela Volpe che parla della Costituzione. Non di quella italiana che come tutti sappiamo è certamente sotto attacco, bensì di quella giapponese.
Angela Volpe è di origine italiana ma ormai la si può dire giapponese per i suoi ventisei anni di insegnamento nelle Università del Paese asiatico. Oggi è docente ordinaria alla facolta’ di Studi politici dell’universita’ cattolica Nanzan di Nagoya. Ha deciso di far conoscere la relazione che il professor Sanbongi Kuniyoshi, uno dei responsabili dell’”Associazione per la difesa dell’articolo Nono della Costituzione”, ha tenuto il 7 luglio scorso a Nagoya per iniziativa dell’Associazione culturale “One Way”. Lo fa per la importanza e gravità del tema ma anche per divulgare il pensiero di molti intellettuali giapponesi, degli amici che si sono impegnati in tale battaglia e per l’amore che porta ai suoi studenti e per la gente giapponese.
La Carta fondamentale giapponese è stata promulgata il 3 novembre 1946 dopo che l’olocausto nucleare aveva chiuso le vicende della seconda guerra mondiale. Alla base della nuova Costituzione sta il rifiuto assoluto della guerra e l’affermazione del diritto di tutti i popoli a “vivere in pace, liberi dalla paura e dal bisogno”. Il partito liberal democratico attualmente al potere, con il pretesto che l’attuale Carta è stata ispirata dagli americani, tenta l’abolizione di alcuni principi irrinunciabili tra cui quello citato. L’articolo 9 che rifiuta “per sempre” la guerra, recita nella seconda parte: “non saranno mantenute forze militari di terra, di mare e di cielo, come anche altre forze militari. Non è riconosciuto allo stato il diritto di belligeranza.” Grazie a tale articolo, il Giappone non prese parte alla guerra di Corea, del Vietnam e alle numerose altre campagne “preventive” o “per esportare la democrazia”. Il Giappone, oggi ha solo una “Forza di difesa”. Con piccoli cambiamenti di termini e sistemazioni sintattiche si potrà trasformare tale Forza in esercito che potrà essere partecipe delle numerose guerre per “mantenere la pace e l’ordine internazionale”.
Un secondo passaggio della relazione della professoressa Volpe non si può sottacere perché riguarda gli articoli a difesa dei diritti fondamentali della persona. In particolare l’articolo 13 che difende il “bene pubblico” nella legislazione e negli affari di governo. Anche in questo caso l’uso dei termini cambia la prospettiva. Introducendo il termine “kōeki” si elimina il concetto di bene per introdurre “l’interesse pubblico”, cioè quello dello Stato al quale potrebbero essere sacrificati i diritti individuali. Sono in pericolo la libertà di associazione, di parola, di stampa e anche solo campagne di cittadini come quella contro il nucleare potranno venire perseguite perché contrarie all’interesse pubblico.
Molto altro resterebbe da dire e si dovrebbero riportare per intero gli articoli della Costituzione per capire il cambiamento che sta per verificarsi. Non potendolo fare in questo spazio riportiamo quanto hanno scritto due studenti. Una ragazza: “Sentendola parlare in difesa dell’articolo 9 mi sono detta: la prof è straniera e difende l’articolo. E io che sono giapponese cosa faccio? Adesso vado a rileggermi la costituzione”. Un altro dice: “Io non voglio la revisione, perché vorrei che non soltanto i miei nipoti ma anche tutte le generazioni future non siano più coinvolti nella guerra. Per questo io, come libero cittadino, appena avrò 20 anni, voglio esprimere con il voto quello che penso”.