LASSAUSSE Jean-Marie
Jean-Marie Lassausse è sacerdote della Mission de France e agronomo; nel 2001 è stato incaricato dall’arcivescovo di Algeri di prendersi cura delle coltivazioni dell’abbazia di Tibhirine. Lui stesso si reca sotto scorta a questa attività , che lo occupa per una parte della settimana. Da quando, nel 2011, uscì il lungometraggio francese “Des hommes et des dieux” (“Uomini di Dio” nella traduzione italiana), ogni giorno qualcuno arriva in questo luogo carico di emozioni, dove hanno vissuto i sette monaci trappisti rapiti e uccisi nel 1996, durante la guerra civile tra islamisti ed esercito. Alcune agenzie di viaggi algerine hanno cominciato ad organizzare pellegrinaggi per stranieri. Il monastero, abbandonato per lunghi anni, sta vivendo una sua seconda vita e sta diventando una meta importante nei nuovi circuiti sulle orme del cristianesimo nel paese nordafricano.
Ad accogliere i visitatori, che devono portarsi il proprio cibo ma che possono trascorrere la notte nel convento, e’ padre Jean-Marie Lassausse, incaricato dal 2000 di prendersi cura del luogo. “Non mi ero reso conto agli inizi di quanto fosse pesante questa eredità”, spiega il religioso. Padre Jean- Marie risiede a Tibhirine dal lunedi’ al venerdi’, nel fine settimana torna ad Algeri, ad un centinaio di chilometri di distanza. Aiutato da due lavoratori locali, coltiva l’orto: pomodori, zucchine, fagiolini e poi mele, prugne e ciliege. Si tratta di prodotti che vengono venduti nel mercato della vicina cittadina di Medea, cosi’ come facevano i trappisti negli anni Novanta. Parte del suo tempo, il religioso lo passa a raccontare la storia dei monaci francesi che decisero di rimanere nel monastero, nonostante i crescenti pericoli, e furono rapiti da un gruppo islamista nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996. I loro corpi, decapitati, furono trovati alcuni mesi dopo. Ora giacciono nel cimitero del convento, restaurato grazie alle offerte che giungono da tutto il mondo.
Nel 2011 esce il suo libro “Il giardiniere di Tibhirine”.
Nel 2018 si trasferisce a Mostaganem, in Algeria, dove lavora come giardiniere e con i giovani studenti con l’aiuto della confraternita musulmana Zaouia, che accoglie e dà sostegno ai poveri, che sono per la maggior parte giovani.
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