Per molte strade su un’unica via
One Way: unica via. Si chiama con questo nome un Centro Culturale che opera a El Salvador e in Honduras “porque consideramos que el único camino por el cual vale la pena vivir y actuar es el hombre. Vivir y actuar en función de él”.
( http://centroculturaloneway.blogspot.it/).
Tutt’altro che un luogo esclusivo o escludente, piuttosto un’officina, una Compagnia, un luogo di resistenza e speranza. Propone approfondimenti, concerti, mostre documentarie. Ospita personalità e gente comune che abbia da portare una propria testimonianza di impegno civile o sociale.
Chi lo fa muove da un desiderio di significato per la vita e dalla decisione di compromettersi con la realtà per capirla e, possibilmente, modificarla con le parole e le opere. Chi vi partecipa avverte la provocazione a misurare la propria umanità -a confronto con ciò che si viene a conoscere, ciò che si ascolta, si incontra- per riscoprirla e impegnarla.
L’unica via è quella della responsabilità verso se stessi e il mondo. “Todos estamos llamados a dedicar nuestra vida a algo, a un fin. Es imposible concebir una vida que ante el bien o ante el mal no se dedique a algo. Sin embargo, el poder, que se manifiesta con y en lo que se conoce como “mentalidad común”, quiere convencernos de que no vale la pena gastar energías, tiempo y hacer sacrificios para dedicar la vida. Esta mentalidad común nos propone, por el contrario, una vida tranquila y cómoda, una esclavitud atenuada que nos trata de mantener conformes y adormecidos; como buenos y diligentes esclavos que obedecen sin arriesgar nada. (..) Los que emprenden el viaje hacia la búsqueda de la propia felicidad, es decir que dedican su vida a ese “algo”, se vuelven la esperanza de todos, son el aire que sustenta la razón y demuestran que existe un destino bueno, que existe necesariamente una felicidad total para todos los hombres de todos los tiempos”. Sono parole di Ramón Henríquez, giovane direttore del Centro.
Se la radice più profonda del Centro Culturale One Way è da ricercare nell’incontro che i suoi iniziatori fecero con il professor Giovanni Riva (que ha despertado en todos nosotros el deseo de un trabajo social y cultural dirigido hacia el hombre), l’avvio delle attività è seguito all’invito che la presidente di Tonalestate, Maria Paola Azzali fece a conclusione dell’edizione 2005. “La pace non può essere un non darsi fastidio reciproco. Esige un grande lavoro educativo e culturale che contribuisca a formare uomini nuovi, desiderosi di entrare nella politica della polis, cioè della costruzione della giustizia, della verità e della pace. L’invito ai presenti di raccogliere la parola di TONALESTATE, facendosi costruttori di realtà, centri culturali, aggregazioni in cui essa sia ripresa e fatta circolare. Mentre il mondo va a fuoco e l’umanità è distrutta, potenziare la bellezza dell’impegno che sarà, forse, lungo e che dovrà trovare molte e diverse forme di azione e di proposta per realizzare il principio superiore del bene comune”.
Durante i lavori del Tonalestate 2013, il Centro Culturale One Way allestirà una mostra di locandine – opera di artisti latinoamericani – delle proprie attività degli ultimi anni. Sala Consigliare di Ponte di Legno (BS) dal 3 agosto 2013.
Nosotros, participantes del Centro Cultural “One Way” en Tegucigalpa, Honduras, sentimos que el trabajo cultural es necesario, hoy más que nunca, para ayudarnos a reflexionar sobre lo que hacemos; pero sobretodo, a dar un juicio a eso que hacemos, para no dejarnos llevar –y creernos todo a ciegas– de la mentalidad comùn, que te hacen cada vez más individualista. Pero todo esto, si no tiene como fondo el amor, se vuelve inútil, no tiene sentido.
Auguramos lo mejor para los trabajos de Tonalestate 2013 y la contribuciòn al diàlogo humano y fraterno a través del trabajo decidido y la proyecciòn de nuestros centros culturales en Honduras y El Salvador.