Home » Archivi, Comunicati Stampa, Tonalestate 2009

4 agosto 2009 | “Nel tempo si prepara l’eterno.” | “El hombre es basura, pero basura divina”

4 Luglio 2010 Nessun Commento

“Nel tempo si prepara l’eterno.”

Sua Eccellenza Claudio Maria Celli è il Presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. Soffermandosi sul rapporto con le nuove tecnologie della comunicazione, ha individuato necessità fondamentali dell’uomo del nostro tempo, soprattutto dei giovani, che sentono più marcato l’anelito di essere in amicizia con i propri simili, e di rendersi presenti sulle reti virtuali. Molti sono i rischi e certamente la dimensione del dialogo necessita di una attenzione più profonda al contenuto delle “relazioni digitali”. Se in questi strumenti è certamente presente un pericolo, più evidente appare anche che la natura umana è predisposta alla socialità in quanto l’uomo è fatto ad immagine di un Dio che ama comunicarsi, darsi, creare comunione con i propri simili: “il Dio dei cristiani è un Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo che vivono in un’eterna e profondissima comunione di amore”. Un’armonia di comunione abita quindi la profondità umana così all’uomo è necessario l’altro uomo; si tratta di un riconoscersi fondato sulla comune origine e sul comune destino. Occorre obbedire al nostro cuore e lavorare per l’amicizia ideale e operativa tra gli uomini.
Nelle giornate del Tonalestate, ogni anno, c’è l’incontro tra i rappresentanti delle diverse fedi religiose. Anche quest’anno è arrivato il Rettore della Moschea di Parigi, Dalil Boubakeur. La sua riflessione, partita dal tema evolutivo, ha spiegato che la chimica del DNA non è molto diversa tra le diverse specie animali terrestri; nell’uomo c’è qualcosa che lo trasporta al di là delle pure leggi della materia. Vi è la necessità che il sacro trovi spazio nelle relazioni umane eppure, con sofferenza, constatava che siamo in un tempo di oscurità totale del senso e dello spirito. Il suo auspicio è che le fedi sappiano nuovamente condurre gli uomini nella profondità della loro natura, abitata dallo spirito, affinchè l’umanità salga verso l’ordine superiore che permette la riconciliazione delle culture.
Tale indicazione è venuta anche da Daniel Rossing, ebreo, Direttore, a Gerusalemme, del Center for Jewish- Christian Relations, il quale sente la riconciliazione come un bisogno centrale dell’umanità: gli uni parte degli altri in un dialogo che può reintegrare l’uomo nell’armonia per cui siamo creati.
Il rabbino Jeremy Milgrom fa parte di Rabbis for Human Rights. La sua testimonianza si è incentrata sul bisogno di giustizia perchè il dialogo interreligioso è impossibile al di fuori della difesa del valore della vita umana che viene continuamente violata nella terra in cui abita.
Vivendo ed agendo nella storia, l’uomo si sente messo insieme agli altri uomini, scopre ciò che ha di comune con l’altro uomo e si rivela la voce che è ugualmente presente in ognuno; si scopre il cuore che l’altro ha uguale al tuo e vengono alla luce le evidenze che si hanno in comune. Seguendo tale unità è possibile vivere la condizione umana senza lasciarla sfigurare dalla violenza dei vari poteri che ci riportano a un eterno selvaggio. 

 


“El hombre es basura, pero basura divina”

Pubblicazioni del 4 e 5 Agosto sul quotidiano Avvenire
Tonalestate 2009 è già entrato, nella sua giornata inaugurale, nel vivo della propria riflessione con una mattinata che ha visto le voci del Card. Giovanni Battista Re, del professor Francisco Prieto e del rabbino Daniel Rossing.
Nella debolezza umana dalla quale può derivare tutto il Male che sappiamo abita una grandezza che rivela un mistero costitutivo originario. Cosa è dunque l’uomo? Sono le prime battute dell’intervento del Cardinale Re il quale ha proseguito dicendo che tale domanda mette in luce le profonde differenze che esistono tra gli uomini ma anche una radicale unità all’origine del loro essere. Tutta la potenza è stata consegnata loro perché dominino sulle altre creature: occorre avere coscienza della responsabilità che ne deriva. Cristo solo ha rivelato l’uomo a se stesso, portando con la sua vita la spiegazione al mistero del loro essere e quindi colmando il loro desiderio di bene, cioè di felicità inestirpabile dal loro vivere. Sua Eminenza non ha negato che riemergono rigurgiti razzisti che negano una dignità all’uomo come tale, ma ha anche indicato il crescere della persuasione e della consapevolezza che le culture e le civiltà, se in dialogo, possono arricchire tutta l’umanità creando vero sviluppo.
In profonda sintonia, il professor Prieto, aggiungeva che “il mondo si sta evolvendo verso un’esistenza indifferenziata, fuori da un sistema di idee e di credenze e, lontano dalle mode collettive, nessuno ha niente a cui appartenere e, di questo passo, non ci saranno nel mondo poliziotti sufficienti a garantire la convivenza. Il mercato seppellisce i valori oggettivi e sempre meno si vuole offrire la vita per essi. La via per l’eternarsi umano è dare la vita, prendersi la responsabilità di una paternità riconoscendo che non siamo sufficienti a noi stessi. Un Dio creatore scioglie le briglie all’evoluzione affinchè l’uomo scopra i valori superiori che diede alla luce, nella notte dei tempi, quando assunse la libertà”.
Daniel Rossing dirige il Jerusalem Center for Jewish-Christian Relation. Il suo è stato un racconto molto ricco che ha spiegato le ragioni delle difficoltà che si interpongono a una riconciliazione per rendere possibile la pace. I simboli delle tre fedi, le parole che vanno riviste in un linguaggio comune, le appartenenze giudicate sulle maggioranze che creano, le sofferenze che reciprocamente ci si è inflitti, il sogno di una terra promessa e perfino profonde comunanze sono alcune di tali ragioni di incomprensione. Con uno sguardo lucido e sofferente ma anche profondamente compromesso con la realtà che vive, Daniel Rossing diceva di temere la ricerca di piccoli confini nei quali sentirsi liberi proteggendo piccole differenze e uccidendo quanto accomuna. Il tracciare tale confini sulle mappe geografiche, come hanno cercato di fare accordi di pace come quelli di Oslo, non porterà alla pace. Il dialogo è irrinunciabile e deve partire dall’apprezzamento dell’altro non sopprimendone le differenze e sapendo delle sofferenze e dei drammi che gli altri hanno subito. Infine ha citato gesti concreti, non sbandierati né trionfali, in tale direzione come il pellegrinaggio di ebrei, cristiani ed arabi mussulmani , ad Auschwitz .organizzato da Emile Shoufani, archimandrita di Nàzaret.

Comments are closed.