Ci sono più cose in cielo…
Piero Benvenuti è uno degli astronomi più conosciuti in campo internazionale. I suoi interessi scientifici includono lo studio del mezzo interstellare diffuso, delle regioni di formazione stellare e dei resti di supernove. Si interessa attivamente di applicazioni informatiche nel campo dell’astrofisica digitale, in particolare nel progetto di realizzazione dell’Osservatorio Astrofisico Virtuale. Inizia il suo intervento con un chiarimento: c’è una distanza storica ed epistemologica che separa i due termini: origine ed evoluzione. Quest’ultima è correttamente indagata con il metodo scientifico galileiano, ma “esplorarne l’origine significa tentarne l’essenza e quindi, per suo proprio statuto, il metodo scientifico non può procedere da solo e deve trovare come alleate altre forme di conoscenza, in una sorta di razionalità allargata che ci permetta di procedere oltre il limite imposto dalle sensate esperienze e dalla realtà misurabile”.
La finestra che da Galileo in avanti si è aperta sull’Universo dimostra che ciò che l’astronomia ha indagato è forse soltanto il 5% di ciò che esiste, perciò, nella trama cosmica della materia oscura c’è ancora molto di imprevedibile. Quanto si conosce ora è: che il cosmo ha una storia che si dipana da 13,8 miliardi di anni e che ogni fase evolutiva dipende dalla precedente e prepara le fasi successive. Dopo 14 miliardi di anni su un piccolo pianeta, dall’evoluzione cosmica è emersa la vita biologica e la coscienza di sé, pertanto siamo in relazione con tutto il cosmo in una sorta di catena evolutiva. E così è detto tutto? Gli interrogativi di sempre sono ancora irrisolti. Come si comporta l’universo? Qual è la natura della realtà? Che origine ha tutto ciò?
La realtà stessa suggerisce il metodo per conoscerla: la ricerca di un’unità culturale tra i saperi, cioè l’apertura verso molteplici metodi di indagine, capaci di offrire strade diverse per avvicinarsi alla spiegazione o, magari, forse alla fine del tempo, alla verità.