Il patrimonio dei credenti al servizio di tutti
Il confronto, o più propriamente, il colloquio svoltosi in alcune sessioni dei lavori tra il cardinale Giovanni Battista Re, il Rabbino Joseph Levi, l’imam Izzeddin Elzir si è sviluppato naturalmente a partire dal contesto di decostruzione sociale che viviamo. Ognuno degli illustri rappresentanti delle tre religioni monoteiste ha cercato, entro le crisi e le sfide del tempo, di indicare le modalità di un dialogo che permetta unità di intenti per aiutare a trovare ragioni di vita e di speranza.
Se le difficoltà sono molte e oggi, spesso, possono apparire insormontabili, i punti cardinali verso cui orientare l’azione sono ancora più evidenti.
La vita è un valore e la sua dignità si pone al centro della cultura.
L’umanità è un’unità ontologica perché voluta da un unico creatore e ciò rende possibile costruire le condizioni per una vita comune. Per gli ebrei e i cristiani, l’immagine divina è dentro il cuore dell’uomo ed è segno del patto di alleanza tra l’uomo e il suo creatore.
La diversità è bellezza e ricchezza e l’uomo ha la capacità di sceglierla, cioè di scegliere la vita.
L’errore, la corruzione che accompagnano l’azione degli uomini non dipendono dalle religioni ma dalla libertà che è lasciata all’uomo di scegliere tra la vita e la morte.
Gli interventi hanno, ognuno con la propria specificità, dettagliato in diverso modo aspetti antropologici, sociali, culturali e perfino intra-religiosi, cioè problemi irrisolti entro le religioni stesse.
Il Rabbino Levi ha espressamente invitato i leaders religiosi a sviluppare i principi base di una teologia minima educativa delle diverse comunità. I suoi principi potrebbero essere simili a quelli rivelati ai figli di Noé dopo il diluvio: Dio e l’uomo si impegnano a mantenere l’equilibrio della natura, la continuità della creazione. L’uomo si impegna a prendersi cura del creato e a mantenere vivo il patto con il Creatore, tra cui emerge il rispetto per la vita umana e la giustizia che impedisce di spargere il sangue dell’uomo e insegna a controllare gli impulsi corrotti. Una sintonia con “l’ecologia integrale” dell’Enciclica “Laudato si” di Papa Francesco che il cardinale Re ha ampiamente illustrato dopo aver rivisitato la crisi di valori che sta distruggendo l’Europa. Il dialogo interreligioso passa dunque attraverso la responsabilità di ognuno, di ogni credente.
In un suo intervento al Tonalestate, il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, diceva già qualche anno addietro, che non c’è altra soluzione di fronte alla violenza che il dialogo e l’educazione. Era un’indicazione profetica che, faticosamente ma decisamente, ci è parso di poter riconoscere negli interventi di questa impegnativa giornata di lavori.