Roberto Catalano. Il dialogo è una possibilità?
Il dialogo interreligioso è una possibilità? Il grande pericolo dell’uomo di ogni epoca è il delirio di onnipotenza, credersi onnipotenti e onniscienti. Radice del fondamentalismo sono le sfide che il mondo contemporaneo si trova ad affrontare con la paura di non avere gli strumenti per affrontarla.
Abbiamo pensato che il mondo, per essere progredito, dovesse fare gli stessi passi ovunque. Viviamo un delirio di onnipotenza e non ci siamo accorti che c’è un mondo diversissimo dall’Europa. Questo mondo “altro”, a causa delle migrazioni, ora lo abbiamo in casa.
Nel fondo del cuore c’è sempre la speranza. Noi occidentali però dobbiamo chiederci cosa possiamo fare concretamente. Solo dall’incontro con l’altro, dall’ascolto con l’altro potrebbe nascere la speranza vera. Considerandoci gli unici paladini dei diritti stiamo perdendo questo. In Europa ci sono 15 milioni di mussulmani, ci troviamo in una situazione complessa, dobbiamo quindi ripeterci la domanda: il dialogo è una possibilità?
Il dialogo è un dovere. “è una condizione necessaria per la pace nel mondo”. Gli ultimi Papi hanno molto insistito sul dialogo come un dovere, perché un cristiano è chiamato a dialogare e a farlo nelle emergenze create dalla globalizzazione, che divengono criticità che mettono a repentaglio la pace. Il dialogo deve intervenire per creare condizioni di pace.
Imparare a vivere insieme. È uno dei pilastri dell’educazione. È un programma per l’inter-cultura, è un compito imprescindibile e urgente dell’educazione. Nel dialogo non mancano momenti di tensione, ma l’esperienza mi dice che il dialogo è sempre possibile. Come? Richiede un pensiero incompleto, come dice papa Francesco, “essere una persona dal pensiero aperto”, “essere uomo”. Vivere nell’inquietudine della voragine del sapere che il nostro pensiero non sarà mai completo. “Dialogare significa ammettere che l’altro sia altro”. Il dialogo si vive, non si pensa.
Dialogo come accoglienza. Il dialogo richiede e produce incontro e amicizia. Promozione dell’amicizia e del rispetto tra uomini e donne. Bisogna camminare e camminare insieme. “L’errore più grande che possiamo fare è fermarci o dimenticare che ci sono gli altri”.
Ma dialogare non deve farci dimenticare la nostra identità. Non posso dialogare senza sapere di essere veramente cristiano. Il cristiano ha la certezza di fondo di poter prendere il largo nel mare dell’alterità, sappiamo che come cristiani Lui ci tiene saldamente la mano, possiamo entrare in qualunque dialogo apertamente e senza paura, se non siamo noi stessi a staccarci da lui non ci lascia.