Per non dimenticare
Le immagini si vanno sfuocando, rimangono pressoché soltanto tracce in lontananza. Sono due prime tra le fotografie in bianco e nero della mostra di Enzo Zanni “per non dimenticare”. Sono immagini della vita contadina della terra, dove vissero i sette Fratelli Cervi. La loro non è soltanto storia personale ma è quella propria di molta povera gente durante l’occupazione nazi-fascista dell’Europa. Per tale motivo, Zanni non intende riproporre solamente la vicenda di quella famiglia reggiana per quanto questa, per la drammaticità e l’orrore che suscita sia il “fatto bruto” di partenza. Sua intenzione è legare quella vicenda a un periodo della nostra vita comune che non può perdersi, offuscandosi nella coscienza delle nuove generazioni.
Nelle rimanenti venti foto che completano l’esposizione del Tonalestate ci sono immagini di Buchenwald e la lunga lista di nomi del Museo dei deportati di Carpi.
Sono fotografie artisticamente molto curate, quasi dei quadri nei quali il documento storico fa come da fondale, in uno stesso fotogramma, ai volti degli uomini segnati dalle sofferenze cui erano soggetti. Di grande impatto le due immagini che descrivono la disperazione della madre (quella madre, ma icona di ogni madre, che visse la persecuzione sui propri figli). Nella prima si vede la cucina della casa emiliana con la madre, in primo piano, che ha il capo appoggiato sul tavolo vinta dalla stanchezza dell’ansia seguita al rastrellamento. L’orologio, unico particolare nitido, segna l’ora della fucilazione.
La seconda ha come sfondo il momento del consumarsi della tragedia ma tutto il primo piano è occupato dal volto sfigurato di lei che, come destata dai colpi, urla disperata un dolore che già presentiva nello sfinimento dell’attesa.
Dare corpo al dolore che crea la sopraffazione dell’uomo sull’uomo e offrire immagini che possano rompere l’oblio. Una mostra che ha già ricevuto riconoscimenti prestigiosi.