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Octavio Paz, poeta y pensador de la alteridad

9 Agosto 2014 Nessun Commento

Senza dubbio Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura nel 1990, è stato un intellettuale fondamentale per la cultura messicana, ma anche per tutta l’America Latina e per il rapporto tra la tradizione dell’Occidente con l’Oriente.

Sempre critico e sempre inquieto, ha ricercato la propria identità non solo nella terra natia o dentro la tradizione che sentiva più vicina, ma in quella nata dai suoi incontri e conoscenze con altri uomini di cultura. Come è stato anche per altri grandi poeti, che per il fascino svegliato in loro dalle parole hanno trovano a tradurre la Bellezza che hanno potuto riconoscere attraverso altre lingue, Paz ha tradotto poeti di diversi paesi e linguaggi per rendere la sua poesia un tramite che riporta all’originale.

Nato nel 1914, quest’anno si compiono 100 anni della sua nascita e, forse, il miglior omaggio che il Tonalestate ha potuto fare è stata la presentazione di Francisco Prieto, anche lui scrittore messicano, con la lettura di due poemi, dei quali riportiamo il testo originale in spagnolo, “Más allá del amor” (più il là dell’amore):

Todo nos amenaza:
el tiempo, que en vivientes fragmentos divide
al que fui
del que seré,
como el machete a la culebra;
la conciencia, la transparencia traspasada,
la mirada ciega de mirarse mirar;
las palabras, guantes grises, polvo mental sobre la yerba,
el agua, la piel;
nuestros nombres, que entre tú y yo se levantan,
murallas de vacío que ninguna trompeta derrumba.

Ni el sueño y su pueblo de imágenes rotas,
ni el delirio y su espuma profética,
ni el amor con sus dientes y uñas nos bastan.
Más allá de nosotros,
en las fronteras del ser y el estar,
una vida más vida nos reclama.

Afuera la noche respira, se extiende,
llena de grandes hojas calientes,
de espejos que combaten:
frutos, garras, ojos, follajes,
espaldas que relucen,
cuerpos que se abren paso entre otros cuerpos.

Tiéndete aquí a la orilla de tanta espuma,
de tanta vida que se ignora y se entrega:
tú también perteneces a la noche.
Extiéndete, blancura que respira,
late, oh estrella repartida,
copa,
pan que inclinas la balanza del lado de la aurora,
pausa de sangre entre este tiempo y otro sin medida.

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