Possiamo scegliere se ignorare o sapere
Da uno dei più importanti Osservatori astronomici del mondo, in Cile, Giorgio Fornoni prende alcune immagini che dicono senza ambiguità cosa sia la terra nell’immensità dell’Universo. La nostra piccolezza non ci impedisce la pervicace prepotenza con la quale tentiamo di dominarla e distruggerla.
Fornoni ha raccolto, con la sua telecamera, materiali preziosissimi e incontestabili che parlano a tutte le coscienze circa “il progresso” che abbiamo voluto e il nostro destino. Nello spazio che gli era stato assegnato è stato possibile visionare soltanto un montaggio dei filmati fatti per la trasmissione della RAI cui collabora. Il disastro ambientale nel Golfo del Messico al largo delle coste della Luisiana a seguito dell’esplosione della piattaforma petrolifera avvenuta nel 2010. Oltre agli effetti immediati sulla salute e l’ambiente seguiti all’incendio e al versamento in mare di enormi quantità di petrolio, le sostanze chimiche utilizzate per disperderlo stanno facendo il resto sul fondale marino dove la marea nera è stata nascosta agli occhi del mondo. Lo sfruttamento petrolifero del delta del Niger ha tolto alla popolazione, oltre al pesce e all’acqua, perfino la notte ( a causa del gas flering) e ha fatto di un’immensa ricchezza la causa di una delle più disumane povertà della Nigeria. A questo si aggiunge l’estrazione del coltran in Congo per rifornire l’industria delle nuove tecnologie informatiche e la distruzione della foresta amazzonica.
Giorgio Fornoni chiude riproponendo una sua intervista ad Anna Politkovskaja a riguardo del suo impegno in Cecenia.
A tali impressionanti documenti (tra questi anche le immagini dell’abbondono di migliaia di sommergibili nucleari da parte dei Russi nelle acque artiche) fa eco KONDAIJI Harumi, assessore della municipalità di Tsuruga, in Giappone. A vederla è una donna fragile, che non rinuncia ad indossare il kimono come segno di omaggio al suo popolo che così strenuamente difende contro le politiche sul nucleare. Tsuruga, la sua città, ospita il reattore Monju, sotto il quale la Commissione d’inchiesta ha dichiarato esserci una falda attiva. Per la sua presa di posizione pubblica in consiglio comunale è stata oggetto di denunce e sospensione dalle sue funzioni. Dopo Fukushima c’è una grande apprensione tra la gente circa gli effetti della radioattività sulla loro salute (dopo appena due anni nella regione di Fukushima gli ortaggi crescono già modificati) ma le parole che pronunciano i politici vogliono negare l’evidenza soprattutto riguardo al fatto che gli impianti stanno continuando a riversare in mare enormi quantità di sostanze radioattive. Gli aumenti di cancro alla tiroide anche tra i bambini sono certificati dalla Commissione d’inchiesta ma minimizzati dalle autorità locali e nazionali. La signora Kondaiji ha illustrato la propria querela contro la riattivazione dei reattori della centrale di Oi nella regione di Wakasa supportata da una grandissima quantità di dati scientifici. Dichiara che “fino a quando il sistema di profitto che giustifica le centrali nucleari continuerà, un’altra tragedia come Fukushima è possibile. L’esistenza delle centrali ha distrutto il sistema democratico della regione e ci ha privato dei nostri fondamentali diritti umani. Se il pensiero della gente finora non è arrivato allo stato e ai politici è perché noi abbiamo chiuso la bocca e abbiamo distolto lo sguardo dalla verità”.