Tonalestate 2011 Conclusioni
Tonalestate vuole continuamente ricordare che ciò che importa sono sì tutte le nostre azioni e imprese; ma esse sono importanti se hanno al fondo la domanda della verità, la questione già posta dai filosofi antichi e da Kant: che cos’è la verità? Che cosa posso e possiamo sperare? Che cosa devo e dobbiamo fare?
Qui mi permetto un’osservazione sulla situazione delle scuole superiori e delle università, nelle quali il motivo dello studio e della scienza non è determinato dalla volontà di verità, che è desiderio dell’Altro, desiderio di qualcosa che non sia relativo, ma assoluto.
Non solo il pensiero è in pericolo, ma anche la scienza, trasformata in tecnica incontrollabile, funzionale a un potere avido e a una società totalmente amministrata.
Posso parlare solo di una nostalgia, nostalgia che il misterioso fondamento del mondo sia totalmente buono e positivo e che l’abisso di orrore de mondo non sia l’ultima parola.
Tonalestate e i suoi gruppi e persone cercano di fondare le loro azioni a partire da questa nostalgia, che è presagita da tutti gli uomini che parlano sul serio.
In questo “parlare sul serio”, è incluso il concetto di solidarietà, estremamente affine a quello di amore del prossimo.
Voglio immaginare che gli uomini si leghino sempre più fra loro per il fatto che si riconoscono esseri finiti (“ieri non c’ero e domani morirò: non mi faccio da solo”); e, da questo, sorga una solidarietà che faccia causa comune, perché mai più esistano impossibili genocidi, perché nessuno più muoia di fame, perché ciascuno abbia una casa comune, perché non ci siano più epidemie e così via. Avendo capito che siamo “esseri finiti”, dobbiamo rendere la vita umana non solo più lunga, ma anche più bella.