Mangiati, uomo! mangiati! Sintesi del 5 agosto
In questo tempo vacanziero, la sala del Consiglio Comunale di Ponte di Legno, nella mattinata inaugurale del convegno 2011, aveva un aspetto inconsueto. Un pubblico prevalentemente di giovani convenuti dal Giappone, dall’Europa e dall’America latina, insieme ai turisti del luogo, ha accolto le prime personalità invitate a sviluppare un tema certamente impegnativo.
Eletta Leoni, responsabile del Centro Studi di Tonalestate, ha affrontato l’argomento soffermandosi sul significato di alcuni dei termini che possono descrivere, almeno per approssimazione, l’esperienza dell’immane sofferenza causata dai genocidi e massacri che attraversano la storia umana. Dolore e gioia sono stati drammatici di un uomo che è vivo, due facce della stessa medaglia che possono essere vissute, la gioia, come compimento di un desiderio fondamentale che abita il cuore umano e il dolore quale stato vitale causato dalle privazioni, dagli smacchi, degli abbandoni e delle perdite che punteggiano l’esistenza e che possiamo dominare con la riflessione e soprattutto con la prossimità degli amici.
Ma il termine che forse più si addice al tema dei genocidi è quello di sventura secondo l’accento con cui lo ha usato Simone Weil: uno sradicamento dalla vita. “Chi è segnato dal marchio della sventura-riconoscibile da una forma di schiavitù che sorprende- non serberà che metà della propria anima e non potrà portare soccorso ad altri né essere consolato da altri a meno di un miracolo che dovrebbe essere appunto accettato come tale e difronte al quale quindi l’unica possibilità è inginocchiarsi a piangere di gratitudine”.
L’impressionante dipinto di Goya di “Saturno che divora i propri figli” fa da fondale; inquietante ma assai eloquente visione del mondo in cui siamo stati buttati, sempre più inghiottiti da una mentalità barbara e disumana che ci domina e ci rende sudditi. Alcune delle storie che già sono state presentate in questa prima giornata sono impressionanti documenti di tale barbarie. Tra queste la mostra di Ugo Panella, presentata dall’autore stesso, nel ricordo del “golpe militare” del marzo 1976 in Argentina. Sono venti immagini, venti finestre su un periodo buio che inghiottì 30 mila persone. Sono i luoghi simbolo delle torture che avvennero sotto gli occhi di tutti e nel silenzio del mondo. L’esposizione intende smuovere alla conoscenza di quell’epoca e indurre a considerazioni adeguate. Un secondo documento è l’”Arcipelago della morte”, video di Giorgio Fornoni sui Gulag staliniani, girato nei luoghi in cui vennero sterminate circa 12 milioni di persone. L’esperienza di quei campi è raccontata dal massimo esponente ancora vivente, Gregorjy Pomeranc.
Maria Paola Azzali ha letto i numerosi messaggi augurali inviati da moltissime personalità e accolto il Sindaco di Vermiglio, Denis Bertolini, che ha espresso l’apprezzamento della sua amministrazione per il Tonalestate, considerandolo una straordinaria occasione di arricchimento culturale per la propria comunità.