Messaggio di Dalil Boubakeur, Rettore della Grande Moschea di Parigi e Presidente del Consiglio francese del Culto mussulmano
Maria Paola Azzali, obbligato a restare a Parigi su invito del governo francese, il Presidente Monsieur Chirac e il Primo ministro Dominique De Villepin mi hanno convocato al fine di studiare la situazione della comunità mussulmana in seguito agli attentati di Londra e inoltre mi obbligano a studiare, insieme a diversi ministeri, tra cui il Ministero degli Interni, attraverso il sollecito di Mr. Sarcozy, problemi importanti concernenti la formazione degli Imam, la ripresa delle lezioni universitarie negli istituti teologici mussulmani, il nuovo assetto del nuovo Consiglio francese di culto mussulmano, di cui sono Presidente e del pericolo dell’eventuale espulsione di membri della comunità mussulmana.
Per tutte queste ragioni mi vedo impossibilitato a venire al Congresso di Tonalestate, come avevo previsto inizialmente, da tempo.
Ringrazio gli organizzatori del Congresso perché vorranno spiegare al caro pubblico e ai giornalisti le ragioni della mia assenza dovuta a questo caso di forza maggiore.
Gli attentati di Londra sono stati dolorosamente sentiti dall’insieme della comunità mussulmana di Francia che ha condannato fortemente il carattere barbaro e criminale degli assassinii di massa facendo decine di morti e centinaia di feriti innocenti. Il terrorismo ha raggiunto qui il suo più alto grado di mostruosità dei tempi moderni.
Gli arresti recenti dei responsabili criminali di questi attentati, la maggior parte originari dell’Africa dell’Est, dimostra che la loro identità non ha niente a che vedere con l’immensa maggioranza dei mussulmani d’Europa. Il terrorismo cieco è ben lontano dal servire qualsiasi causa che possa definirsi nobile; al contrario è una catastrofe per le comunità mussulmane che vogliono vivere pacificamente la loro vita e il loro lavoro nello sforzo di un’Europa in pace, religiosa e sociale.
Voglio ribadire che l’Islam è una religione di pace, di tolleranza e di giustizia ed è compatibile con l’evolversi storico, culturale e democratico dell’Europa che si organizza attorno ai diritti umani. L’Islam ingloba legittimamente, in un umanesimo comune, il rispetto e l’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne, qualsiasi sia la loro origine o confessione religiosa.
L’Islam di oggi ha in Europa una triplice sfida:
Primo. La laicità che stipula la differenza e pari dignità di religione e politica.
Secondo. I tempi moderni che obbligano i teologi ad un “aggiornamento” del pensiero religioso, integrando i valori morali della tradizione alle conquiste filosofiche del pensiero illuministico a partire da Emmanuel Kant ad oggi. In questo campo l’Islam deve rivalutare il pensiero filosofico di Averroè e di Avicenna che contribuirono a diffondere la saggezza greca di Platone, di Socrate e di Aristotele al mondo europeo.
Terzo. Il fondamentalismo. Il fondamentalismo religioso porta necessariamente all’integralismo e al fanatismo. Esso si nutre della disperazione dei giovani e dell’ignoranza delle masse. Coloro che se ne approfittano sono esseri incapaci di concepire un pensiero democratico e quando hanno questa condotta essi stessi diventano dei persecutori rabbiosi tenendo in poco conto la vita umana, la dignità della donna, la democrazia protettrice dei diritti di ciascuno. Questo accecamento è la negazione dell’utilizzo della ragione ed è un’esplosione di odio nel nome di Dio, che, invece, non può essere assolutamente né monopolio né mercanzia politica di nessuno.
Così la scelta dei mussulmani d’Europa deve essere chiara: essi devono rifiutare l’integralismo sotto tutte le sue forme ed unirsi ai progressi umani caratterizzati dallo spirito umanista, moderno e universale, ai valori autentici della democrazia, al servizio della verità e della pace.
Accetti, Presidente, e amici tutti di Tonalestate i miei sentimenti d’amicizia e i miei auguri di riuscita per il vostro importante congresso.
Il Rettore della Grande Moschea di Parigi e Presidente del Consiglio francese del Culto mussulmano.
Dalil Boubakeur.
Parigi, 2 agosto 2005