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Interpretazioni di una città armoniosa

4 Luglio 2010 Nessun Commento

L’espressione artistica, nella sua libertà (qualora ci fosse), rivelerebbe all’uomo la verità del suo esistere e delle sue azioni. Ma, poiché vuole essere sempre di moda e, se possibile, ben pagata, si rende schiava. Forse, le vere espressioni artistiche, sono perciò da cercare fuori dai circuiti egemonici.
L’ideale non è il trionfo nel potere, ma il lavorare per la verità nella libertà e guardando alla grandezza dell’uomo, anche se il risultato non foss’altro che quello di permanere (come dice Mounier) “in una condizione di perenne sconfitta o di perpetua precarietà, ma, comunque, perpetuamente presenti e vittoriose per la sola presenza”.

L’orario di apertura delle esposizioni è dalle ore 20.00 alle ore 22.00 dall’1 al 4 agosto 2005

LUCIO BRAGLIA
QUESTA NON E’ L’AMERICA
Scuola Elementare di Ponte di Legno
Via Nino Bixio, 42
Ponte di Legno (BS)

MARCELLE BRIGER & MARIA SOLA
ARMONIE PRESTABILITE
Hotel Mirella, Salone Paradiso
Via Roma, 21 Ponte di Legno (BS)

KEI NEMOTO
ANALOGIA DELLO SPIRITO NEL QUOTIDIANO

Pieve adiacente Hotel La Mirandola. Passo del Tonale (TN)

“Io comincio sempre da paesaggi che ho nel cuore. Ma, mentre lavoro, ecco che il paesaggio che sto costruendo mi richiama alla mente qualcosa che mi sembra di aver visto realmente. E’ come se io fossi passato di lì. E’ come se avessi parlato con qualcuno seduto su questa sedia. Chissà di che cosa abbiamo parlato! Forse abbiamo parlato della musica che si sente guardando un quadro di Paul Klee, o forse delle brocche e delle bottiglie che Moranti ha inseguito per tutta la vita. Non so.
Adesso mi piacerebbe che tu, che passi di qui, ti sedessi per un attimo su questa sedia”.

KEI NEMOTO
Kei Nemoto è nato nel 1933 a Morioka, in Giappone. Si occupa prevalentemente di incisione. Ha fatto varie mostre in tutto il Paese; nel 1977 è stato finalista al concorso Nichido e l’anno precedente aveva vinto il concorso di incisione organizzato dal giornale Chunici. Nemoto si i-spira a Klee e a Morandi ma le sue incisioni hanno un gusto per il “silenzio” tipicamente giap-ponese. All’edizione 2003 di Tonalestate ha tenuto una conferenza dal titolo “Per amorem a-gnoscimus” e ha partecipato, come sue uniche esposizioni italiane, a Tonalestate nel 2002 e 2003. Oggi, ha affiancato allo sguardo più profondo sulla realtà la memoria, attraverso lo studio e la ricerca di testimonianze dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki.

NERONE
COLORI DI PIANTI E DI GIOIA, COLORI DI VITA E DI MORTE

Sala Faustinelli, Piazzale Europa, 70 Ponte di Legno (BS)

COLORI DI PIANTI E DI GIOIA, COLORI DI VITA E DI MORTE.

“Il protagonista è il colore stesso; guida le mie idee e spesso sovrasta il mio pensiero con prepotenza. Io mi meraviglio per la sua forte energia, il colore invade gli spazi bianchi delle tele e queste lo aspettano per prendere vita e avere un senso di immagine ben definita”.
Tonalestate, dopo il successo ottenuto con la mostra “Inferno fuori, paradiso dentro” allestita nell’edizione 2004, ospita per la seconda volta Nerone (Sergio Terzi).
Quest’anno propone le opere astratte.
Nella prima parte della sua opera (e della sua vita), Nerone ha vissuto l’inferno e ha descritto il peggio che possa capitare a un uomo: avere un’anima belle fatta, dove coesistono un’elevata ragione naturale e una vita comoda e tutto sommato piacevole.
Il linguaggio dell’astrattismo è fatto proprio a seguito della malattia della moglie Silvana. Come primo approccio, rappresentò l’Olocausto, icona della violenza e assurdità della guerra e racconto del dolore provocato dall’uomo sull’uomo.
Siamo di fronte a un linguaggio sconosciuto. Quella che può sembrare una pittura senza tema né soggetto, ricerca all’opposto, attraverso la forza espressiva del colore, un significato velato agli occhi ma più vero della stessa realtà visibile.
La familiarità di Nerone con il dolore, dapprima espresso graffiando il colore per far intravedere la ribellione e i corpi torturati e contorti in esso, diventa, nella compagnia quotidiana con la malattia, quasi accettato, amico e i quadri propongono la ricerca di una memoria scomparsa e la consegna di un dono d’amore. Chi vuol conoscere questo linguaggio dei quadri paradisiaci di Nerone cerchi di diventare uno con loro, perché in altra forma, nessuno potrà spiegarglieli.
“Ti senti un eletto del Padreterno e avverti la Sua presenza quando il tuo pensiero corre all’infinito. Capisci che anche il dolore è necessario per sentire la vita”.

Nerone (Sergio Terzi) nasce a Villarotta di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, nel 1939. Durante un drammatico periodo di intossicazione etilica e di disoccupazione, incontra il celebre pittore Ligabue che si era isolato nei boschi e nella vita solitaria, dal quale è assunto come autista. La sua vocazione artsitica nesce da questo incontro tra due forti umanità, che sia pure in modi e in luoghi molto diversi hanno sofferto l’emarginazione imposta da una società repressiva, implacabile con i vinti.
Nerone stesso racconta di qeusta amicizia nel libro pubblicato da Città Armoniosa nel 1980 “Forestiero sul Po” dove scrive: “Chi non rende non può starci in questa civiltà dei consumi”. Oggi è conosciuto grazie a mostre internazionali che l’hanno portato fino a New York, città immersa nel non senso del “Dio denaro”, dove la sua arte ha insegnato e continua ad inseganre ad inchinarsi umilmente diufronte a quanto esiste, e a ncosiderare l’attività artistica come affermazione di dignita umana, come strumento di conoscenza e comunicazione. Nerone riceve riconoscimenti prestigiosi quali quello ricevuto dal governatore G. E. Pataki da parte del Musem of Art di New York per la insigene carriera artistica.
“In maniera diversa anch’io ho tribolato nella vita e adesso ho trovato la pittura e ho uno scopo, un attaccamento alla vita diverso da prima (…). Qualcuno molto più in su di noi, piccoli animali vestiti da uomini, di noi che non sappiamo amare veramente neanche noi stessi (…) qualcuno, non vi proccupate, ha vista”.

UGO PANELLA, MOSTRA FOTOGRAFICA
REPORTAGE SULLE PROSTITUTE BAMBINE IN BANGLADESH
in collaborazione con Terre des Hommes Hotel Mirella, Sala esposizioni.
Via Roma, 21 Ponte di Legno (BS)
REPORTAGE SULLE PROSTITUTE BAMBINE IN BANGLADESH.
La mostra fotografica del free lance Ugo Panella è un reportage effettuato in Bangladesh nel 2001.
Ai lati della camionabile che si dirige verso il nord-est indiano sono state costruite due bidonvilles: Daulotdia e Jessore.
Entrambi i villaggi di baracche di lamiera, sono raggiungibili solamente attraverso il ponte “Bambù”, una specie di muro di protezione dalle terribili condizioni di vita destinate agli abitanti.
Le fotografie documentano il destino di bambine dagli 11 ai 13 anni senza alternative alla prostituzione, abbandonate a condizioni igieniche impensabili, al contagio delle malattie più degradanti, alla violenza e all’ineluttabilità delle scelte.
“Con queste immagini ho tentato di dar voce e dignità a chi non avrà mai una ribalta”. Così Ugo Panella porta all’attenzione, come ha già fatto per alcuni Paesi dell’America Latina, dell’Africa e del Medio Oriente, un’altra situazione di emarginazione e di degrado umano che interroga la coscienza e provoca il senso di tranquilla impotenza che domina nella nostra società benestante.

HASBI VLADIMIR SABILLON
PER UN PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE
Scuola Elementare di Ponte di Legno.  Via Nino Bixio, 42 – Ponte di Legno (BS)

PER UN PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE
Hasbi Vladimir Sabillòn proviene dall’Honduras.
La sua pittura non può essere semplicemente o definitivamente catalogata: rivela una ricerca che si esprime nella tensione a spingersi a un livello umano più alto.
Sabillon si trova ad analizzare la figura semplice e allo stesso tempo molteplice e opera su di essa come una metamorfosi, attraverso un processo di sovrapposizioni, lavorando per schematizzazione.
La forma iniziale non si riconosce più, ma i quadri rivelano la naturale originarietà di ogni forma, così che le figure si presentano quasi a rivelare il loro momento di trasformazione, naturale o provocata.
Lo sguardo fruga d’intorno, la mente indaga, accorda, disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce….(E.Montale)

Vladimir Sabillon
Nato in Honduras nel 1979, l’ambiente artisticamente vivace (il padre è un noto artista di ceramiche) gli permette di avvicinarsi alla pittura.
Diplomato alla Escuela Nacional de Bellas Artes di Tegucigalpa, ha studiato prima in Francia, poi in Italia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2003 si trasferisce all’Accademia di Venezia dove si è laureato nel marzo del 2004. Ha partecipato a varie mostre e rassegne (vincendo anche, nel 1999, il primo premio della giuria al “Salon de Exposicion de la Alianza Francesa”). La sua prima esposizione italiana, durante Tonalestate 2000, è stata incentrata sul tema “Memoria e Mito”, con la proposta di temi della tradizione maya uniti a temi contemporanei.
Nel 2003 partecipa alla “Exposición colectiva de pintura” realizzata durante l’anno accademico 2002-2003 nella “Accademia di Belle Arti” di Venezia (Italia).
Nell’estate del 2003 collabora con numerose sue opere alla esposizione collettiva di pittura “La grazia sottile” realizzata in occasione della manifestazione culturale “Tonalestate”.
Vladimir Sabillon è oggi docente di disegno archittetonico, espressione grafica, illustrazione, acquarello e tecniche pittoriche, anatomia artistica all”università CEDAC – Centro di Disegno Arquittetura e Costruzione di Tegucigalpa, Honduras.

TAKAYOSHI SHIBATA
L’UOMO SUPERA INFINITAMENTE L’UOMO

Sala Consigliare, Piazzale Europa Ponte di Legno (BS)
Takayoshi Shibata fa un uso possente dei forti colori del Mediterraneo che ha conosciuto durante i suoi anni di formazione artistica in Italia e Francia.
Guardare i suoi quadri è un po’ come entrare in una cattedrale del passato: non vi si ricerca in primo luogo la tecnica, lo stile delle guglie o la prodigiosità delle vetrate che dipingono di luce i soggetti; certo tutto questo esiste. Ma la loro grandezza sta nel tutto e nel bisogno che inducono del silenzio: raccogliersi, entrare, guardare con l’anima aperta, spiare, rivivere.
L’opera di questo pittore giapponese che ha già presentato una sua personale all’edizione 2004 di Tonalestate con il titolo “ Ecce homo” è pervasa dalla profonda religiosità di chi vede ciò che è nascosto agli occhi.

TAKAYOSHI SHIBATA
Takayoshi Shibata, nato nel 1953 a Nagoya, dopo i primi studi nella sua città, è venuto in Italia dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, ottenendo nel 1982 il diploma di pittura. Il suo tratto, nel quale sono presenti i colori forti tipici del Mediterraneo, è perva-so da profonda religiosità. “Mi sono sempre interessato alla pittura religiosa. Leggevo i Vangeli e sentivo la forza misteriosa di quello che i cristiani chiamano Spirito Santo. Chi osserva le mie opere vedrà come un movimento dall’alto verso il basso e dal basso all’alto a indicare che dio chiama l’uomo e questi cerca di poter dare una sua risposta”.

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