dalle conclusioni del 2005
TONALESTATE 2005. Per un principio superiore. Los de arriba y los de abajo.
Conclusioni, in mattinata, a Ponte di Legno, dell’edizione 2005 del TONALESTATE che ha affrontato il tema della politica, per un principio superiore.
Maria Paola Azzali, presidente dell’Associazione, ha portato il suo intervento conclusivo ai lavori di TONALESTATE 2005. Quattro giorni di riflessioni, dibattito e convivenza fra esponenti di diversi popoli (dall’America Latina al Giappone, dall’Europa al Medio Oriente), giovani e gente di Ponte di Legno e del Tonale che sono stati assidui e partecipi costruttori di un dialogo a più voci profondamente commovente (secondo l’etimologia latina della parola).
E’ un momento nel quale si osserva una realtà menzognera, nella quale ciò che appare non è sempre il vero. Che fare? E’ urgente trovare strade perché la vita umana sia più degna del destino degli uomini. Occorre tentare, difendersi, costruire. La pace non può essere un non darsi fastidio reciproco. Esige un grande lavoro educativo e culturale che contribuisca a formare uomini nuovi, desiderosi di entrare nella politica della polis, cioè della costruzione della giustizia, della verità e della pace. L’invito ai presenti di raccogliere la parola di TONALESTATE, facendosi costruttori di realtà, centri culturali, aggregazioni in cui essa sia ripresa e fatta circolare. Mentre il mondo va a fuoco e l’umanità è distrutta, potenziare la bellezza dell’impegno che sarà, forse, lungo e che dovrà trovare molte e diverse forme di azione e di proposta per realizzare il principio superiore del bene comune.
Arrivederci a TONALESTATE 2006!
Il professor Corghi ha individuato nei diritti e doveri dell’umanità il centro motore dell’essere stesso della politica e nel politico colui che serve i popoli con la testimonianza della propria esistenza. La cultura, pertanto, è parte centrale dell’azione politica; essa non è specialità degli intellettuali, è testimonianza dei valori della propria coscienza misurati secondo la storia e le circostanze in cui vivono gli uomini. Di fronte alla chiusura presente, urgente è ascoltare il grido dei popoli e dare credito ad aneliti di libertà come quelli che si sono ascoltati nei giorni di Tonalestate. Un esempio su tutti, l’aurora irlandese che ci auguriamo possa diventare sole pieno.
Ma nonostante tutti i problemi irrisolti, una profonda solidarietà ci unisce, perché Uno è il Dio di tutti. La partecipazione alla sua creazione porterà la politica verso la contemplazione, l’armonia, la certezza della bellezza, in azioni concrete che predispongano i cuori di tutti alla vera e completa pace.
Il rappresentante della comunità palestinese, Anwar Abu Eisheh ha ringraziato per avere avuto l’occasione di imparare da tutti e poter raccontare della propria sofferenza e anelito di libertà. Informare e ascoltare donano la speranza che, un giorno, tutto il mondo possa guardare e toccare con volontà di superamento ogni sofferenza e ogni ingiustizia. La pace non è cosa verbale, è valore interno delle persone e delle società e tutti hanno l’obbligo di impedire l’atrocità della guerra come mezzo per affrontare i problemi dell’umanità.
Gli ha fatto eco il professor Nishio Yoshio con un ringraziamento sia per coloro che hanno portato informazioni dirette e vere della situazione della gente nelle diverse realtà mondiali ancora in cerca di pace, sia a chi ha voluto disporsi al loro ascolto che ha consentito, a lui, di dire ciò che veramente vivono i sopravvissuti di Hiroshima. Si è detto rappresentante dei più vecchi tra loro, le persone semplici e ignoranti che non hanno più paura di morire, ma che sentono ogni giorno il dovere di dire che la corsa atomica non si è fermata con Hiroshima. L’orrore non è bastato, la contaminazione da radiazioni riguarda anche coloro che sono esposti, a loro insaputa, a causa degli esperimenti che continuano e della corsa a nuove atomiche “intelligenti”. A tutti ha rivolto un monito: “qualunque circostanza si crei, qualunque argomento si usi per giustificarla, non dovrete mai più accettare la guerra”.
Francis Brolly torna oggi in Irlanda. Ha espresso la speranza che l’aver fatto sapere della situazione irlandese possa aiutare altri. La pace, che pare sorgere come un’alba nuova nel suo Paese, possa illuminare tutto il mondo e sollevare ogni sofferenza. Si è detto sicuro di aver avuto l’opportunità di vedere, nella realtà di Tonalestate, il mondo perfetto, per chi ha fede cristiana, immagine dello Spirito creatore e ricreatore. Con una metafora, ha detto che la cosa peggiore che al mondo potrebbe capitare, sarebbe quella che non vi fosse più il Tonalestate: realtà, se pur piccola, di fraternità e dialogo, di conoscenza reciproca e di ricerca comune di forme reali di ricostruzione della civiltà nel rispetto della dignità umana.
Jean Guy Talamoni: si è reso evidente, nel dibattito di Tonalestate, che i popoli sono spesso vittime di moderni machiavellismi (“fai, poi ti scuserai”; “se l’hai fatto, negalo”) che hanno potuto realizzare di nuovo il precetto del divide et impera. La lotta a questo sistema va fatta senza cadere nella tentazione di sostituirlo con un altro basato sugli stessi principi. Piuttosto, costruiamo insieme, “tiriamo insieme”, secondo le parole di un’antica canone corsa. Se lo faremo, i bambini giapponesi, messicani, honduregni, salvadoregni, italiani, baschi, corsi, palestinesi, irlandesi (futuro di coloro che hanno partecipato a Tonalestate) vivranno un tempo di pace.
Padre Mikel Epalza si è ricreduto di una convinzione secondo la quale la politica è cosa sporca, porcherie, avendo visto che si possono trovare le forme per un’armonia della convivenza umana. Senza fare volti troppo alti, prendendo la misura delle sofferenze e delle speranze come si fa per un abito nuovo, perché non basta l’utopia di un mondo migliore. Occorre l’assunzione diretta, per ognuno, chiunque sia e qualsiasi condizione viva, della responsabilità. La più grave violenza è l’inerzia. Grazie alle vittime, la cui testimonianza, permetterà di non combatterci e grazie a chi assume l’impegno della pace nella propria situazione e realtà quotidiana.
Aldo Giobbio è profondo conoscitore della situazione politica per averne fatto oggetto del proprio studio e lavoro giornalistico da sempre. Ritiene che sia, questo, un momento preoccupante che si supererà non per via finanziaria o partitocratrica, ma con il coinvolgimento degli animi, speranza del sorgere di nuovi politici e intellettuali disposti ad agire pro veritate.
Jan Fermont opera, quale avvocato, nel campo dei diritti umani. Il suo ringraziamento è stato verso chi gli ha dimostrato la propria compromissione nella lotta per la giustizia e la verità. La via della giustizia non ha nei Principi i suoi costruttori, piuttosto in chi, sul campo, fa le piccole battaglie per affermare la giustizia sociale e personale; “piccole” battaglie quotidiane che servono la causa comune. Per tutti coloro che godono del privilegio di fare certe professioni o avere una preparazione tecnica specifica, il compito è metter al servizio della gente comune il loro lavoro e la loro competenza. Gli attori della storia sono los de abjo; la loro azione, che è quella di tutti i giovani di oggi, non sia solitaria, ma parte e servizio di un’opera comune.
Gabriel Moresca è Presidente dell’Osservatorio Internazionale delle Prigioni. E’ basco e ha scontato molti anni di prigione senza aver mai sostenuto un processo, cosa per la quale la Francia, nel 2000, ottenne anche un richiamo ufficiale. Convivere anche per pochi giorni a contatto con la speranza dei popoli e l’attenzione della gente verso di essi gli ha consentito di riprendere nuove ragioni di impegno personale. Ogni situazione di ingiustizia contiene già in sé la radice della propria condanna e il frutto della giustizia è la compromissione di uomini e donne, esempio cui guardare. Se la madre di ogni lotta è quella per la pace, essa ha dei figli nella lotta contro la discriminazione, la miseria, l’ingiustizia sociale. In questa lotta c’è spazio per tutti coloro che vogliono entrare. Uomini vivi sono coloro che partecipano di questa azione di ricostruzione; lunga vita a tutti questi!
Il canto in “onore della gente che si ama e si rispetta” di Padre Epalza ha congedato e dato appuntamento per il TONALESTATE 2006.